Come nasce il Product Lifecycle Management (PLM)? Come lo si intende oggi?

In questo articolo indagheremo il PLM, dalla sua nascita alla sua evoluzione nel tempo. Esploreremo l’estensione delle sue potenzialità trasversalmente a tutti i processi aziendali grazie alla piattaforma Digital Lake, vero strumento di armonizzazione tra persone, macchine e sistemi. 

Product Lifecycle Management: Tra metodologia e tecnologia

Il Product Lifecycle Management, ossia la Gestione del Ciclo di vita del Prodotto nasce come metodologia di gestione di dati, processi, documenti, disegni e risorse a supporto del ciclo di vita del prodotto: dalla sua ideazione, allo sviluppo, passando per il lancio sul mercato, il supporto fino al suo ritiro/riciclo.

Una certa confusione circonda l’acronimo PLM a partire dalle origini stesse di tale mercato, quando i diversi fornitori e consulenti del tempo iniziarono ad utilizzare numerosi termini per indicare soluzioni simili. Aldilà di tale confusione, una definizione si pone come unanime e risulta generalmente accettata: il PLM rappresenta un modello aziendale olistico, basato su una consistente base di soluzioni informative a supporto della collaborazione, della gestione, della diffusione e dell’uso di tutta la conoscenza di prodotto, dispersa lungo l’ideale ciclo di vita del prodotto.

Per comprendere la nascita di questo modello, dobbiamo tornare al 1985, quando l’American Motors Corporation, intenta ad ideare nuove strategie per competere con maggiore successo con i player più grandi del mercato dell’epoca, cominciò ad ideare un nuovo approccio per accelerare il proprio processo di sviluppo del prodotto, lavorando sull’implementazione di soluzioni in grado di rendere più veloce ed efficiente la progettazione ingegneristica, implementando sistemi di comunicazione in grado di seguire più velocemente l’avanzamento di progetto, risolvere le criticità più efficacemente e ridurre le costose modifiche ingegneristiche, grazie ad un database centralizzato dove risiedevano tutti i disegni e documenti.

Questo nuovo approccio risultò così efficace che dopo l'acquisto di AMC da parte di Chrysler, il sistema fu esteso a tutta l'azienda, collegando tutti gli attori coinvolti nella progettazione e produzione dei veicoli. Chrysler divenne così il produttore a più basso costo del settore automobilistico dell’epoca1. Il concetto di gestione dell'intero ciclo di vita di un prodotto dalla progettazione e la produzione ingegneristica, al servizio e allo smaltimento, ha creato sul mercato un concetto completamente nuovo in cui persone, dati, processi e sistemi di business sono integrati per fornire un accesso condiviso alle informazioni per l'organizzazione e la sua rete estesa.

L’integrazione tra persone, macchine e sistemi, la disponibilità del dato, l’ottimizzazione delle risorse e la collaborazione sono ancora oggi temi di discussione e princìpi cardine sui quali basare l’evoluzione di ogni realtà imprenditoriale, produttrice e non. Basti pensare al paradigma sul quale poggia oggi il concetto, recentissimo, di Industry 5.0: Human-centricity, sostenibilità e resilienza. Una visione dell’industria figlia del contesto storico che stiamo vivendo, ma che affonda le radici su concetti già allora esplorati e che, nel corso dei decenni, hanno assunto diverse declinazioni.

Tornando più strettamente al PLM, infatti, la confusione sul tema nel corso del tempo ha permesso che l’accezione tecnologica del termine prendesse il sopravvento su quella metodologica: oggi, la forte tendenza è identificare come PLM il vasto ecosistema di software disponibili sul mercato in grado di ottimizzare le fasi di design, prototipazione e messa in commercio di un prodotto, limitando la sua accezione alla mera declinazione tecnologica che questo modello ha generato. I software attualmente disponibili sul mercato, però, tendenzialmente non esprimono le potenzialità dell’approccio fondante del PLM. Scopriamo perché.

Dove interviene davvero il PLM?

Tradizionalmente, l’impatto dei sistemi PLM viene riassunto in 5 fasi principali:

Concept e progettazione: fase di ideazione, durante la quale vengono definiti i requisiti di un prodotto sulla base di fattori che comprendono l'analisi dei concorrenti, le lacune del mercato o le esigenze dei clienti.

Sviluppo: viene creata la progettazione dettagliata del prodotto, oltre a tutte le progettazioni necessarie degli strumenti produttivi. Questa fase prevede la validazione e l’analisi del prodotto pianificato, oltre allo sviluppo di prototipi e al test sul campo.

Produzione e lancio: i risultati dei test vengono utilizzati per adeguare la progettazione fino a raggiungere una versione finale, pronta per il mercato. La produzione viene estesa su vasta scala. Questa fase viene seguita dal lancio e dalla distribuzione del nuovo prodotto sul mercato.

Assistenza e supporto: a seguito del lancio del nuovo prodotto, vengono offerti assistenza e supporto.

Ritiro: al termine del ciclo di vita del prodotto, sarà necessario gestire il suo ritiro dal mercato.

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Il comparto industriale ci restituisce una realtà diversa da quanto narrato in letteratura: nella grande maggioranza dei casi, i software PLM sono oggi utilizzati limitatamente nelle fasi di engineering del prodotto, nello specifico nelle fasi di Design Engineering, Process Engineerig e Production Engineering,  impattando in maniera limitata sui processi estesi che prevedono la collaborazione e condivisione di informazioni tra attori interni (collaboratori dei diversi dipartimenti) ed esterni (ad esempio clienti, partner o fornitori). Un utilizzo di per sé vincente che ha permesso a numerose aziende di crescere ed aumentare la propria competitività, ma che non esprime il senso completo della metodologia fondante del PLM.

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Molte aziende, infatti, si concentrano principalmente sulla gestione del dato tecnico di prodotto, trascurando la possibilità di efficientare i processi lungo tutto il suo ciclo di vita. Si dovrebbe invece partire dalla programmazione delle attività con relativa gestione dei rischi e degli aspetti finanziari con coinvolgimento dei fornitori, creando un vero e proprio repository di tutta la conoscenza relativa al prodotto (ad esempio con un Data Lakehouse che unisce i vantaggi di un Data Warehouse e un Datalake),

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per poi poterla condividere coerentemente con chi, interno o esterno all’azienda, abbia la necessità di accedere a queste informazioni, ovunque si trovi. A ben guardare questo modello, utilizzando un’ulteriore chiave di lettura, in parte coincide con la Supply Chain Management, anch’essa essenziale nell’alimentare il ciclo di vita del prodotto.

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È chiaro dunque come in un'epoca in cui l'innovazione diviene criterio fondamentale per la sopravvivenza e il successo del business è indispensabile supportare tutti i processi aziendali, ottenendo un costo inferiore e un time to market sempre più tempestivo, garantendo:

  • Accesso universale, sicuro, unificato di tutte le informazioni utili ai diversi dipartimenti;
  • Una gestione completa dei processi aziendali utilizzati per creare, gestire, diffondere, condividere e le informazioni;
  • Garantire un’esperienza utente agile e soprattutto simile a quella che sperimentiamo nella vita da consumer, godendo di un sistema di applicazioni e microservizi simile a quanto offerto dai dispositivi che utilizziamo ogni giorno.

Digital Lake: potenziare il PLM per supportare tutti i processi aziendali

Digital Lake intende dare piena espressione al modello PLM, estendendo il suo approccio a tutti i processi aziendali.
Consiste in una piattaforma sviluppata per raccogliere e trasformare i dati trasmessi da risorse fisiche, impianti, sensori e da qualsiasi fonte aziendale, in informazioni distribuite coerentemente attraverso un ecosistema di Business App.

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La piattaforma consente di abilitare servizi innovativi e operare su una dimensione virtualmente mondiale, facendo leva sia su risorse interne all’azienda, esterne, o condivise. La logica imprenditoriale è completamente ribaltata: l’azienda non è più circoscritta in un luogo fisico e focalizzata sulle sue risorse interne ma è in grado di sfruttare le risorse di terze parti per crescere e competere in modo più efficace.

Operare all’interno di “ecosistemi” che coinvolgono l’azienda, i suoi partner commerciali, i circuiti di pagamento, le assicurazioni, le utility, i retailer e soprattutto i clienti consente di attuare un modello che assicura una scalabilità rapida del business, utile per sostenere in modo efficace le strategie di crescita, diversificazione ed internazionalizzazione.

Disaccoppiando i sistemi che costituiscono le fonti dati dagli applicativi con cui lavorano quotidianamente i dipendenti, infatti, la piattaforma è in grado di creare un sistema durevole nel tempo, indipendentemente da possibili variazioni di sorgenti dati (ad esempio, nel caso in cui venga acquisita un’azienda avente un proprio ERP da connettere all’ecosistema). Questo garantisce un rapido adattamento alle evoluzioni aziendali in termini di crescita, modelli di business, processi e resilienza alle turbolenze di mercato.

Digital Lake riesce così ad esprimere la metodologia PLM nella sua compiutezza, dando finalmente corpo al modello di Digital Twin come modalità di rappresentazione del dato che aggrega tutte le informazioni in una “nuova entità” che simula la realtà, creando un gemello digitale del prodotto e dei processi ad esso legati. Questo consente di ridurre i tempi, gli errori e i colli di bottiglia, rendendo l’operatività più efficiente e la capacità decisionale più tempestiva e autonoma.

Digitalizzazione: vantaggio o impedimento?

Una domanda, questa, che può suscitare un certo stupore. In realtà lo sappiamo: i sistemi attualmente disponibili per le imprese, si vestono spesso di pura “autoreferenzialità” informatica, con il rischio da incappare nel peggiore errore: aggiungere complessità invece di ridurla, venendo meno al principale obiettivo dell’informatica stessa.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, un concetto forse non originale, ma che è bene tenere costantemente a mente: l’azienda è fatta di persone, con capacità decisionali insostituibili da qualsiasi tecnologia. Per questo motivo, l’esperienza utente e la centralità delle persone devono porsi sempre come prioritarie.  In caso contrario, quest’ultima si ridurrà a mero “esercizio di stile”, fattore di impedimento e frizione e non vantaggio per tutti gli attori coinvolti e per il business stesso.

Questo non significa ignorare, ben inteso, la realtà industriale di oggi che presenta approcci di automazione anche molto spinti dove il contributo dell’uomo è pressoché nullo sul piano produttivo, ma comunque fondamentale nel complesso dell’ecosistema: qualsiasi automazione si basa su configurazioni impostate da persone. Persone che baseranno le proprie scelte sugli output forniti dai sistemi (i dati) e sull’approccio strategico dell’azienda e dei suoi obiettivi. Persona che lavora su interfacce software basate su sistemi che devono garantire uBusiness App: traslare l’esperienza Consumer nel mondo Enterprisen accesso completo ed immediato alle informazioni. Nel contesto delle PMI italiane, poi, dove non si registrano approcci di automazione elevate come in altri contesti produttivi, il ruolo della persona è ancora più centrale e punto cardine di qualsiasi processo.

Business App: traslare l’esperienza Consumer nel mondo Enterprise

Tutti noi sperimentiamo un’evoluzione del nostro approccio alle decisioni. Sempre più spesso, interagiamo con applicazioni del mondo consumer che sono in grado di elaborare dati primitivi da più fonti per restituirci soltanto le informazioni che servono per decidere in autonomia. Oggigiorno, se dobbiamo decidere se possiamo attardarci in una riunione o se dobbiamo congedarci per andare a prendere nostro figlio a scuola, siamo abituati ad una costellazione di app che ci pre-elaborano dati da più fonti in tempo reale (traffico, timetable ufficiali e ritardo dei mezzi di trasporto, etc.) a partire dai quali noi, come decisori di ultima istanza, valutiamo rapidamente ed efficientemente cosa fare. Questo modo di vivere ed intendere il supporto dell’informatica alle nostre decisioni sta passando sempre più dalla nostra esperienza consumer alle aspettative della nostra sfera professionale. Infondo, siamo sempre le stesse persone, a casa o al lavoro!

Digital Lake mette al centro le persone, ognuna con il proprio ruolo. Ruoli diversi che necessiteranno di strumenti diversi, seppur appoggiati tutti su un unico Trusted Data Layer, evoluzione di un tradizionale Data Lake che, grazie a tecnologie di connessione, virtualizzazione ed integrazione, raccoglie i dati dell’impresa, li verifica, li aggrega e li rende affidabili e pronti per la fruizione, in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo.

In questo modo, i processi decisionali sono tutti supportati da informazioni unificate, coerenti e aggiornate in tempo reale, accessibili tramite interfacce familiari, intuitive e mirate ad un unico scopo: rendere immediatamente disponibili le informazioni necessarie ad una specifica persona, che ricopre un determinato ruolo, perché prenda decisioni tempestive, autonome e compartecipare a tutto il processo aziendale.

La piattaforma, dunque, consente di strutturare ed utilizzare appieno il patrimonio informativo, sia quello residente nei sistemi transazionali classici (ad esempio PDM, MES, ERP, CRM, etc.) sia quello che si genera attraverso i sistemi / prodotti connessi al mondo reale, arricchendolo grazie alle sorgenti dati esterne provenienti dal mondo web.

Distribuire queste informazioni tramite apposite business app, ispirandosi alle esperienze digitali già familiari nel mondo consumer consente, allo stesso tempo, di attrarre e trattenere i “giovani talenti” che saranno alla guida delle aziende del futuro, fornendo loro strumenti digitali ispirati a quanto già utilizzano per prendere decisioni nella vita ordinaria (nella sfera personale, familiare e sociale). Esperienza traslata in un approccio Enterprise, ovvero in un contesto molto più complesso in considerazione di quattro aspetti principali (governo delle informazioni; differenziazione; collaborazione ed integrazione) ben approfonditi in “Le business App nei sistemi informativi del futuro”, secondo dei tre whitepaper dedicati a Digital Lake, scritti in collaborazione con il Prof. Giovanni Miragliotta, Professore Associato e Direttore dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano.

Digital Lake si pone quindi come una sorta di “Sistema Operativo” dell’azienda e unifica tre parti fondamentali dell’interfaccia delle applicazioni:

  • esperienza di navigazione del sistema, tale per cui spostarsi tra una applicazione e l’altra è sempre possibile e non comporta mai perdita di contesto;
  • flussi di notifica, e relativi strumenti di gestione, quali la possibilità di “mutare” conversazioni e thread, poter effettuare il delay/defer di una notifica azionabile;
  • interfaccia utente integrata per i concetti comuni o trasversali affinché tutte le applicazioni possano contribuire ad azioni e processi, a partire da essi.

La piattaforma mette a disposizione una serie di Business App standard o personalizzabili, come anche App di terze parti, tutte immediatamente accessibili dalla medesima dashboard. Ciascuna azienda, in base alle sue esigenze, può quindi sviluppare nuovi strumenti per estendere rapidamente il sistema informativo. Le applicazioni appoggiate sulla piattaforma sono in grado di supportare tutti i processi aziendali: dalla gestione di progetti manifatturieri e commesse, alla progettazione e prototipazione di nuovi prodotti, al monitoraggio energetico, fino alla cura della relazione con tutti gli stakeholder.

Le app Digital Lake si dividono infatti in Business App Analitiche (diagnostiche, descrittive e predittive) che consentono di navigare i dati presenti nel Trusted Data Layer, esplorarli, ricercare ed evidenziare correlazioni tra essi per porre in evidenza eventuali meccanismi causali utilizzabili in ottica predittiva;  Business App Esecutive, ossia per automatizzare o supportare alcuni task operativi o decisionali all’interno di un processo di business e Business App Collaborative che consentono un accesso organizzato, fluido e coerente a dati condivisi per guidare l’esecuzione di processi che richiedono la collaborazione di molti utenti, dentro e fuori l’impresa.

Queste applicazioni non si limitano all’organizzazione di una checklist di cose da fare e a collegarvi un content manager, ma si connettono direttamente a dati presenti in fonti complesse (e rimappate nel TDL), consentendo quindi una collaborazione efficace, ma allineata alle fonti dati primitive.

3DApp

Entrando nel contesto specifico dell’Engineering, Digital Lake mette a disposizione una serie di app native, denominate 3DApp, in grado di uniformare le informazioni dell’Engineering con tutto l’ecosistema aziendale, coniugando i sistemi CAD, i software tradizionalmente definiti come PLM, ERP, MES, in un unico ambiente di collaborazione, dando modo di far evolvere facilmente i processi aziendali.

3DAPP consente a tutte le persone coinvolte in un nuovo progetto o commessa (dalla progettazione alla produzione), d’interagire e lavorare assieme sulla base di documenti e informazioni sempre aggiornate.

3DAPP presenta varie Applicazioni deputate allo svolgimento di attività specifiche sulla base di informazioni comuni e condivise. Le Applicazioni sono progettate per sfruttare pienamente il substrato informativo offerto da Digital Lake, interagendo tra loro e le altre applicazioni aziendali come sistemi ERP, PLM o qualsiasi altra fonte dati. Più precisamente, le App di 3DAPP sono orientate a: gestire e comunicare i dati di progetto, come documenti e metadati associati (3DConnect); interagire per visualizzare o analizzare gli elaborati CAD 2D e 3D di qualsiasi natura e provenienza (3DView); agevolare la collaborazione integrandosi con altre risorse aziendali; e infine semplificare la comunicazione tramite una chat legata strettamente a documenti e parti di progetto (3D Chat).

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In conclusione, con Digital Lake è possibile apportare benefici concreti sia internamente che esternamente all’azienda. Vantaggi sui processi quotidiani e a lungo termine:

  • Il grado di fiducia nel servizio offerto aumenterà, rafforzando il grado di fidelizzazione dei nostri clienti;
  • I costi di gestione vedranno una drastica riduzione
  • L’adattamento alle sempre più rapide evoluzioni del mercato risulterà tempestivo
  • Di conseguenza, sarà possibile aumentare la propria competitività sul mercato di riferimento, sfruttando altresì previsione di forecasting basati su dati certi ed attendibili

Ogni innovazione parte dall’ascolto. La nostra esperienza al fianco delle PMI italiane ci consente di conoscerne le dinamiche e le criticità dall’interno. Se desideri approfondire il tema di questo articolo e scoprire come Digital Lake può accelerare l’innovazione della tua azienda, contatta Paolo Maselli, Product Manager di Digital Lake  paolo.maselli@smc.it .

Scarica i Whitepaper di Digital Lake ed altri materiali utili clicca qui

  1. Fonte: “What Is Product Lifecycle Management (PLM)? – SAP Insights, 30.03.2022
  2. Fonte: Whitepaper 1 Digital Lake “Sistema informativo: perché è importante ridisegnarlo e renderlo a prova di futuro”
  3. Fonte: Whitepaper 3 Digital Lake “Le Business App nei sistemi informativi del futuro”
  4. Fonte: Whitepaper 3 Digital Lake “Le Business App nei sistemi informativi del futuro”
  5. Fonte: Whitepaper 3 Digital Lake “Le Business App nei sistemi informativi del futuro”